Marco Baranello
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Il sostegno
psicologico per i pazienti con disturbo borderline
di personalità |
l'approccio emotocognitivo al
sostegno psicologico dei pazienti con BPD |
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Borderline
Il
concetto di borderline nella clinica psicologica ha uno
specifico significato che non si "limita" alla
traduzione letterale del termine in "limite" o
"confine". Abbiamo avuto modo in altri articoli di
chiarire che il vero limite è rappresentato dalla
nosografia psichiatrica dell'epoca in cui tale terminologia
si è diffusa.
Il concetto di borderline è definibile come un ampio
spettro di caratteristiche sintomatologiche e funzionali,
ovvero non possiamo parlare di un disturbo ma di una
complessa organizzazione di personalità. La psicologia
emotocognitiva affianca alla diagnosi di tipo
"psichiatrico" proposta dai sistemi di
classificazione come il DSM, una valutazione del processo
organizzativo del paziente all'interno del proprio campo di
esperienza. L'approccio quindi al paziente borderline così
come l'approccio psicologico a qualsiasi altra forma
disfunzionale di organizzazione (psicopatologia) è di tipo
bio-psico-sociale. Significa che i fattori biologici,
sociali e psicologici sono considerati inscindibili e
pertanto utilizzati sia nella valutazione della modalità di
funzionamento del paziente che nella pratica clinica.
Il paziente con diagnosi di disturbo o di organizzazione
borderline di personalità è pertanto valutato nei propri
aspetti organizzativi e non semplicemente visto come un
insieme di sintomi. La psicologia non interviene come un
farmaco sul disturbo in sé, ma sulla persona ovvero, mentre
il farmaco è studiato per il disturbo creando un calderone
nel quale far rientrare tutte le persone con
quell'etichetta, l'intervento psicologico è studiato
proprio su misura, ad hoc per ogni specifica persona con
diagnosi di disturbo borderline.
Spesso il paziente con diagnosi di disturbo borderline non
percepisce i propri comportamenti come disfunzionali o
"patologici". E' più frequente sentire da altri,
soprattutto dai familiari, che i propri comportamenti non
sono "sani". Il paziente borderline, nella maggior
parte dei casi, non riconosce il proprio disturbo, ed è
facile sentire frasi del tipo "sono fatto così",
"mi dovete accettare per quello che sono",
"mi piaccio così non voglio cambiare", e così
via. Il disturbo risulta quindi egosintonico. Stiamo
parlando di un tipo di patologia che può condurre il
paziente ad assumere forme di comportamento anche molto
gravi per se stesso e per gli altri.
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