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Marco Baranello

Differenziazione concettuale tra bisogni e desideri: implicazioni in psicologia clinica.
l'utilizzo nella clinica della differenziazione dei concetti di bisogno e desiderio

Ho già brevemente discusso circa l'ipotesi della necessità di differenziare tra Bisogni e Desideri. Sinteticamente con "bisogno" tenderei ad indicare una necessità la cui mancata soddisfazione non permetterebbe all'organismo di vivere adeguatamente. Il "bisogno" è sempre attivo per tutta la vita. Con "desiderio" invece indicherei una richiesta dell'organismo verso un oggetto specifico. Va da se che bisogni e desideri siano fortemente legati. Il bisogno di essere sfamato, per esempio, può sembrare coincida con il desiderio di cibo. Da questa apparente sfumatura linguistica ritengo si possa comprendere molto.
Penso infatti che il desiderio sia sempre secondario (in ordine di tempo) al bisogno. Una sensazione di fame necessita ovviamente di cibo, ma il bisogno è di essere sfamato. Il desiderio relativo all'oggetto che produrrà la soddisfazione del bisogno, prenderà il posto della necessità in virtù della ripetizione delle esperienze positive di regolazione dell'esigenza fisiologica.
Il bambino che ha fame, in virtù delle sue esperienze precedenti, potrà quindi desiderare dapprima la persona che lo sfamerà e, successivamente, l'oggetto cibo. Se il bisogno e il desiderio coincidessero, allora non ci sarebbero particolari gusti o preferenze (Sappiamo però che i pubblicitari cercano di solleticare i nostri desideri più che i nostri bisogni).
Il desiderio permette all'organismo di orientarsi, di adattarsi al contesto e di adattare il contesto a sé. Il bisogno e la sua positiva soddisfazione sono necessari affinché il desiderio sia funzionale alla vita dell'organismo.
Il problema si pone nel caso di mancata soddisfazione del bisogno di base o soddisfazione inadeguata o parziale (più o meno positiva/negativa).
Proviamo per un momento ad immaginare la genesi di una patologia alimentare come il disturbo da abbuffate utilizzando didatticamente, come unico parametro, l'ipotesi di distinzione tra bisogni e desideri.
Un bambino nasce ed inizia a sperimentare l'ambiente. C'è la prima sensazione di fame, quindi il pianto, e l'intervento della madre che nutre in maniera soddisfacente. L'esperienza si ripete quotidianamente per mesi. La madre però, ogni volta che il bambino piange, lo nutre o lo cambia. Non gioca con lui, non lo trastulla in braccio, non lo coccola sufficientemente. Ogni segnale del bambino viene interpretato dalla  madre come una necessità di essere "nutrito".
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 rivista aperiodica gruppo SRM Psicologia dal 1999
articoli e pubblicazioni scientifiche in tema di psicologia clinica, psicologia emotocognitiva, psicopatologia, psicologia età evolutiva, neuroscienze e scienze affini