Marco Baranello
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Disturbi
dissociativi. Introduzione alla diagnosi |
valutazione diagnostica e
comprensione dei principali disturbi dissociativi |
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La dissociazione sembra essere soprattutto
una risposta al trauma, infatti alcuni professionisti della
salute e teorici sostengono che la sindrome dissociativa sia
in realtà un disturbo post-traumatico da stress.
Si è stimato che la psicopatologia dissociativa abbia una
prevalenza di circa il 5-10% nella popolazione generale,
senza prendere in considerazione alcuni esempi di
dissociazione transitoria, poco rilevanti, come ad esempio
"l'ipnosi da autostrada", i sentimenti di
estraneità o ancora il distanziamento.
Dal punto di vista dello sviluppo mentale, se si provasse
a considerare l'unità della coscienza come un punto di
arrivo, cioè un percorso di sviluppo verso l'integrazione,
allora la diffusione alta del disturbo inizierebbe ad essere
più comprensibile.
Tra i disturbi dissociativi, quello che probabilmente ha
attirato l'attenzione dei clinici (soprattutto
nord-americani) nonché di letterati e autori
cinematografici, è il disturbo dissociativo dell'identità
(DSM-IV) forse più conosciuto come disturbo da
"personalità multipla". Secondo alcune stime,
sembrerebbe avere una prevalenza del 3% sulla popolazione
clinica.
Sembrerebbe che la dissociazione abbia un valore adattivo
come risposta a gravi traumi, e, soprattutto nei bambini,
consentirebbe una via di fuga da una situazione altamento
conflittuale. La dissociazione funzionerebbe quindi da
protezione per la salvaguardia di un nucleo sano del Sé,
messo a repentaglio da una situazione o da eventi
traumatici, che possono andare da singoli e gravi traumi
fino ad un costante fallimento delle relazioni familiari.
Alcuni autori (Chu e Dill, 1990) hanno
trovato che in un gruppo pari al 63% di un campione di 98
pazienti femmine ricoverate e con un’anamnesi positiva per
abuso sessuale o fisico nell’infanzia, l’83% aveva una
percentuale di sintomi dissociativi che superava la media.
Questi dati confermano che i livelli significativamente più
elevati di sintomi dissociativi vengono trovati in pazienti
con una storia di abusi subiti nell’infanzia rispetto a
quelli in cui non figura una storia di questo tipo.
Le
difese dissociative perseguirebbero quindi la duplice
funzione di aiutare le vittime ad allontanarsi dall’evento
traumatico nel suo accadere, mentre rimandano anche la
necessaria rielaborazione che lo collochi nel panorama dei
rimanenti aspetti della loro vita.
Sia
la rimozione che la dissociazione sono meccanismi di difesa
e, in entrambe, i contenuti della mente sono banditi dalla
consapevolezza. Esse differiscono comunque per le specifiche
modalità attraverso le quali sono trattati i contenuti
mentali:
- nel
caso della rimozione, si crea tramite la barriera
della rimozione una scissione
orizzontale e il materiale è trasferito
nell’inconscio dinamico;
- nella
dissociazione si crea una scissione
verticale così che i contenuti mentali esistono
in una serie di coscienze parallele.
stato di coscienza 1
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stato di coscienza 2
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Si è notata anche una certa correlazione tra
dissociazione e ipnotizzabilità. In soggetti altamente
ipnotizzabili è possibile provocare sintomi dei disturbi
dissociativi e, pazienti con sintomi dissociativi
sembrerebbero altamente ipnotizzabili. Ciò che accomuna
"gli stati di dissociazione" e l'ipnosi
sembrerebbe essere la completa adesione ad alcuni aspetti
dell'esperienza mentre altri sarebbero esclusi dalla
consapevolezza.
Nella
maggior parte dei casi di dissociazione, diversi schemi o
rappresentazioni del Sé devono essere mantenuti in
compartimenti mentali separati, poiché essi sono in
conflitto l’uno con l’altro. I
ricordi del Sé traumatizzato devono essere dissociati poiché
non possono coesistere con il Sé della vita quotidiana che
appare in possesso di pieno controllo.
Il
trattamento delle reazioni dissociative acute a un trauma
deve tenere in considerazione la difficoltà di integrazione
del Sé traumatizzato con il concetto di Sé già costituito
e deve muovere cautamente nella direzione
dell’integrazione dei ricordi traumatici, così che
l’immagine di Sé precostituita possa lentamente
assimilare il Sé traumatizzato senza sentirsi schiacciata
da esso. Ai pazienti deve essere permesso di mantenere il
controllo dei propri ricordi per evitare il sentimento di
radicale impotenza da essi esperito durante il trauma.
Spiegel ha suggerito che l’ipnosi può essere utile a tal
proposito poiché la qualità “acceso-spento” dello
stato ipnotico rassicura i pazienti che essi hanno la
possibilità di interrompere quei ricordi con cui è per
loro intollerabile confrontarsi. La colpa e la vergogna
connesse con l’umiliazione del trauma devono essere
affrontate poiché questi sentimenti spesso sono coinvolti
nella modalità con cui i pazienti affrontano l’impotenza
contribuendo alla fantasia che essi in realtà avrebbero
potuto controllare la situazione se soltanto avessero fatto
qualcosa di diverso. Il trauma deve, infine, essere guardato
apertamente se si vuole risolvere la dissociazione, e il
terapeuta può giocare un ruolo decisivo nel dosare il
livello di esposizione al trauma tollerabile dal paziente.
Il DSM-IV, include all'interno dalla più ampia categoria
dei "disturbi dissociativi" le seguenti entità
diagnostiche.
- disturbo dissociativo dell'identità (personalità
multipla)
- disturbo da depersonalizzazione
- disturbo dissociativo NAS
- amnesia dissociativa
- fuga dissociativa
L’amnesia
dissociativa e la fuga dissociativa sono specifiche forme di
disturbo dissociativo.
- L’amnesia
dissociativa riguarda uno o più episodi di incapacità
a rievocare un importante trauma personale.
- La
fuga dissociativa riguarda viaggi improvvisi e
inaspettati via da casa associati all’incapacità di
rievocare il proprio passato e una certa confusione
sulla propria identità personale.
Dott.
Marco Baranello
Baranello, M. (2001)
Disturbi dissociativi. Introduzione alla diagnosi.
SRM Psicologia Rivista (www.psyreview.org).
Roma, 28 settembre 2001.
Riferimenti
Bibliografici
American
Psychiatric Association (1994) Manuale Diagnostico e
Statistico dei Disturbi Mentali, IVa ed. (DSM-IV).
Masson, Milano 1996.
Gabbard,
G.O. (1994) Psichiatria Psicodinamica. Nuova edizione
basata sul DSM-IV. Raffaello Cortina Editore, Milano
1995.
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