Marco Baranello
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Introduzione al
concetto di trauma |
innovazioni teoriche. Trauma
sociale, trauma relazionale e microtrauma. |
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Parole
Chiave. trauma, trauma infantile, trauma sociale, trauma
relazionale, microtrauma, trauma tipo I e tipo II, trauma
cumulativo, abuso fisico, abuso verbale, trascuratezza
emotiva, abuso sessuale, violenza, oggetto-sé, memoria,
ricordi, nachträglichkeit, decodificazione imitativa,
attaccamento, disturbo borderline di personalità, sviluppo
del Sé, rappresentazione di interazioni generalizzate (RIG)
Trauma è
un termine che proviene dal greco traũma cioè ferita
dalla radice trō- “forare” (Cortellazzo, M., Zolli,
P. 1989). Sembra pertanto che ci si riferisca ad una ferita
con perforazione ovvero ad una visibile conseguenza di
azioni traumatiche.
Sinonimi di trauma sembrano essere i sostantivi lesione,
ferita, ammaccatura, contusione, botta, colpo e turbamento (Asciuti,
Busco, Gallo 1995).
Il termine “colpo” offre al trauma una connotazione
diversa rispetto al suo significato di conseguenza,
evidenziato dall’analisi etimologica. Sembrerebbe
possibile considerare, alcune volte, trauma e traumatico
come sinonimi.
In psicologia l’introduzione del concetto di trauma
psichico, soprattutto come elemento eziologico in alcune
forme di psicopatologia, lo dobbiamo a Breuer e Freud (1895)
anche se già Charcot associava la patogenesi delle «paralisi
isteriche» ad un evento traumatico che, dimenticato nella
veglia, poteva riemergere attraverso e solo durante l’uso
dell’ipnosi (Ellenberger, 1970).
Freud (1896) definisce il trauma «come un incremento di
eccitazione nel sistema nervoso centrale, che questo non
è riuscito a liquidare a sufficienza mediante reazione
motoria». Ecco che i sintomi isterici sembrano scaturire da
una inibizione a livello periferico di un’eccitazione
centrale o da una «conversione» o «commutazione» (Ruggieri,
1988) dell’eccitazione da un sistema ad un altro.
Per avere un quadro completo di quello che oggi, in
psicologia, viene definito “trauma” è necessario
prendere in considerazione altri punti di vista.
Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali
nella sua quarta edizione (A.P.A., 1994) classifica come
traumatici quegli eventi che «includono, ma non sono
limitati a, combattimenti militari, aggressione personale
violenta (violenza sessuale, attacco fisico, scippo,
rapina), rapimento, essere presi in ostaggio, attacco
terroristico, tortura, incarcerazione come prigioniero di
guerra o in campo di concentramento, disastri naturali o
provocati, gravi incidenti automobilistici, ricevere una
diagnosi di malattie minacciose per la vita». Secondo il
DSM-IV può essere traumatica un’esperienza diretta,
l’essere stato testimone di esperienze che abbiamo
minacciato l’integrità di persone significative
(familiari o amici stretti) o ancora essere venuti a
conoscenza di tali eventi vissuti da altri.
Il trauma sembra, da quanto esposto, classificabile come
conseguenza di eventi o situazioni eclatanti ed oggettive.
Per il dizionario di psicologia curato da Piéron (1951) il
trauma psichico è «un’emozione violenta capace di
modificare in modo permanente la personalità di un
individuo sensibilizzando alla successive analoghe
esperienze emotive».
Il vocabolario
della lingua italiana Zanichelli (Zanichelli, 1989)
definisce il trauma una «lesione determinata da una causa
violenta, anche nel campo psichico» e sembra in accordo sia
con la definizione del DSM-IV (1994) che prende in
considerazione eventi eclatanti che con il significato
etimologico di ferita.
Per il grande dizionario Garzanti della lingua italiana
il trauma sarebbe una «lesione determinata dall’azione
violenta di agenti esterni: le ferite, le contusioni, le
ustioni sono traumi» e il trauma psichico un’«emozione
che incide profondamente sulla personalità del soggetto».
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