Marco Baranello
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Introduzione a
"la scoperta dell'inconscio" |
primo articoli del ciclo di
lezioni di psicologica dinamica curate dal Dott.
Baranello |
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Il titolo di questo primo gruppo di lezioni
riprende quello dell'omonimo trattato di Ellenberger (1970)
sulla storia della psichiatria dinamica. E' un testo
fondamentale per comprendere l'evoluzione delle attuali
discipline che rientrano in quell'ampio e variegato modello
definibile come "psicologia dinamica" ed è per
questo che verrà adottato come punto di riferimento della
lezione.
La "scoperta dell'inconscio" può
essere visto come una grande introduzione alla psicologia
dinamica, nel senso di un esame di quello che è successo a
partire dalla fine del 1700 e che ha portato all'invenzione,
da parte di Sigmund Freud (1856-1939), della psicoanalisi (ψα).
Questa "scoperta" è il risultato di un processo
che avvenne durante il corso di tutto il 1800.
E' un secolo che vede un intenso fiorire di conoscenze, di
interessi e di studi intorno a quell'insieme di atti
psichici che lavorano sotto il livello di coscienza e che
rientreranno nel concetto di inconscio; è proprio nel
definire questi atti psichici che entrerà in gioco il
termine dinamica: psichiatria e psicologia dinamica.
Tra la prima psichiatria dinamica e la nuova
psicologia dinamica quello che cambia è il tentativo,
da parte di quest'ultima, di prendere un certo bagaglio di
conoscenze ed opinioni sugli atti psichici ed inserirli in
un nuovo sistema scientifico.
La prima psichiatria dinamica è soltanto parzialmente una
scienza, mentre la psicoanalisi è, o almeno aspira ad
essere, una scienza vera e propria.
La scienza, però, è essa stessa un concetto che occorre
definire ovvero dobbiamo capire cosa si intende per scienza
e come distinguere ciò che è scientifico da quello che non
lo è.
Un sistema, per ritenersi scientifico, sembra dover
rispondere ad almeno due specifici criteri:
1)
l'individuazione di un oggetto ben preciso della ricerca e
dell'indagare, tesa a ricavare dei dati;
2) una metodologia rigorosa di ricerca, soprattutto, di
verifica.
Il
punto dolente per la psicoanalisi ed in generale per la
psicologia dinamica ovvero per tutta quella psicologia
"non-sperimentale", sembra proprio essere la
possibilità di verifica ovvero della riproduzione dei
fenomeni osservati, e quindi del carattere predittivo.
Vediamo quindi il sorgere, durante il 1800, di due tendenze.
Una che risponde agli ideali positivistici di una scienza
che sia vera conoscenza ed inoppugnabile ed un'altra
"non-scientifica" di cui fa parte una psicologia
che accumula tutta una serie di dati che però vengono
ripudiati dalla psichiatria ufficiale la quale si interessa
del cervello, del suo funzionamento e dei nervi.
Tra il 1830 ed il 1842, Comte, filosofo positivista, scrisse
le sue trattazioni dal titolo "corso di filosofia
positiva" in cui afferma che il
sapere dell'uomo passa attraverso tre stadi.
a)
stadio teologico;
b) stadio metafisico e
c) stadio scientifico.
Il
sapere teologico è di tipo dogmatico; quello metafisico (o
filosofico) anche se meno dogmatico rispetto al primo si
basa comunque su considerazioni deduttive.
Il sapere scientifico, infine, è prima di tutto un sapere
empirico che rifiuta ogni credenza, ogni pregiudizio
religioso e filosofico.
Lo scienziato è pertanto un osservatore che basa tutte le
sue credenze a partire dai dati della sua osservazione
empirica.
Con tali premesse sarebbe quindi possibile classificare ed
individuare le scienze, ovvero quegli insiemi di conoscenze
che procedono sulla base di un puro modo di osservazione
empirico. [ARTICOLO FULL TEXT
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