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Lezioni di Psicologia Dinamica (rubrica)

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Marco Baranello

Nosografia psichiatrica, manicomi e riduzionismo
terza lezione di psicologia dinamica. Rubrica a cura del Dott. Baranello

Le malattie mentali vengono organizzate in due grandi ambiti: quello delle nevrosi e quello delle psicosi. Le psicosi erano considerate le vere malattie della mente, quelle per le quali si doveva pensare che il cervello non funzionasse o funzionasse male.
Le nevrosi, invece, venivano considerate come delle malattie in cui era alterato il funzionamento nervoso in generale.
Le psicosi, che presentano una compromissione della capacità di ragionamento, deliri e allucinazioni, compromissione grave del funzionamento della persona, sono quindi considerate malattie del cervello il quale dovrebbe presentare delle lesioni nelle proprie strutture.
Pinél alla fine del '700 pubblica il "trattato medico e filosofico delle malattie mentali". Pinél se da una parte sembra ancora aderente a certe esigenze filosofiche generali, dall'altra aderisce alla nuova patologia solidistica, crede cioè che sia il sistema nervoso ad essere in gioco. Su queste basi Pinél afferma che i malati di mente sono malati come tutti gli altri e che quindi non devono essere rinchiusi in carceri, in segrete, ovvero ghettizzati, ma debbono essere "liberati dalle loro catene" in quanto essere umani e non "bestie", in quanto cittadini come gli altri che hanno necessità di essere curati. Nascono così i manicomi intesi, in senso moderno, come ospedali.
Il manicomio nasce quindi alla fine del '700 come luogo di cura per questi particolari malati che venivano sottoposti a quello che era il cosiddetto "trattamento morale". Pinél afferma che in tutti i casi di disturbi mentali, il portare queste persone a condurre una vita regolare, in istituti appropriati di cura, costituisca il primo provvedimento terapeutico. Con una dieta appropriata, un'attività fisica, si contribuirebbe a migliorare le condizioni generali dell'individuo malato. Lo scopo era quello di liberare le persone dagli stimoli violenti e metterli a condurre una vita regolare e tranquilla in grado di favorire il recupero di una attività mentale sana. Questo, in sintesi, sarebbe il trattamento morale. Viene definito morale perché, a quale tempo, con tale vocabolo, si intendeva essenzialmente "mentale".
Se c'erano gli ospedali, i nosocomi per le malattie "fisiche" necessariamente sarebbero dovuti esserci anche quelli per le malattie morali. Questa è l'impostazione generale di Pinél.
Il trattamento psichico utilizzato in queste case di cura, era inteso come un trattamento che permettesse il recupero del cervello e del sistema nervoso.
Gli allievi di Pinél provvederanno alla classificazione delle varie malattie mentali, offrendo ad esse un fondamento anatomo-clinico, cioè solidistico ovvero "cervello e sistema nervoso".
Questo grande movimento, che è il "positivismo psichiatrico", ha inizio con gli allievi di Pinél e si svilupperà in Francia nella prima metà dell'800 per poi avere i suoi maggiori esponenti in Germania nella seconda metà del secolo.
Popper afferma che la conoscenza è scientifica quando è possibile la sua falsificazione. Una certa conoscenza deve proporsi in termini tali da offrire la possibilità di andare al di la di questa stessa conoscenza falsificando la precedente ovvero affermando che la conoscenza precedente era buona, ma non ottima.
C'è la necessità di costituire dei criteri scientifici ben chiari al fine di sottrarsi a visioni magico-religiose e metafisiche, cioè a visioni estremamente soggettive. La scienza si propone quindi di essere "oggettiva". La scienze "positiva" dunque si pone quale obiettivo quello di affermare un sapere inoppugnabile, oggettivo.
Questo enorme sforzo della scienza positiva si può tradurre in una tendenza esprimibile attraverso il concetto di riduzionismo. Con ciò si esprime il fatto che ogni forma di conoscenza deve poter, alla fine, essere ridotta alle determinanti che sottostanno a qualsiasi fenomeno e manifestazione della vita. All'estremo di tutto troviamo una natura di ordine fisico-chimico. Come la grande macchina dell'universo è mossa da un'energia fisica, l'energia gravitazionale, come ha dimostrato Newton alla fine del '700, così in ogni sistema dobbiamo presupporre l'esistenza di un'energia fisico-chimica che ne permette il funzionamento. [ARTICOLO FULL TEXT IN ARCHIVIO]


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