Disturbi d'Ansia: Nuove frontiere della terapia psicologica.
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Marco Baranello

Disturbi d'Ansia: Nuove Frontiere della Terapia Psicologica
psicologia emotocognitiva per la terapia psicologica dei disturbi d'ansia

Introduzione
L'ansia è un fenomeno che si evidenzia come un incremento di attivazione dell'organismo che può, quando supera livelli di soglia sistema-specifici, inibire l'attività dell'organismo stesso. Un normale processo di attivazione permette ad un organismo di iniziare un programma di azione in grado di ridurre specifici livelli di tensione. La riduzione delle tensioni permette all'organismo di stabilire la conclusione a buon fine del programma.
I disturbi a base ansiosa, in psicologia emotocognitiva, comprendono tutte quelle forme psicopatologiche che hanno alla base una specie di cortocircuito ovvero l'impossibilità da parte dell'organismo di finalizzare i programmi di azione.
Quello che si evidenzia è la presenza di un loop disfunzionale (Baranello, 2006) ovvero di un circolo chiuso ridondante in cui l'organismo si trova e che risulta costituito soprattutto dai tentativi fallimentari del soggetto e del proprio ambiente di vita di evitare la sofferenza associata ai sintomi d'ansia. Si sviluppa una situazione di ansia anticipatoria che genera l'attivazione di sistemi antagonisti in grado di produrre tensioni sintomo-specifiche.
La sola idea che potrebbe presentarsi un sintomo di un disturbo d'ansia attiva un processo attentivo legato al sintomo. Tale attenzione si evidenzia nell'organismo come incremento di tensione. L'incremento di tensione produce una reazione automatica dell'organismo che tende a risolvere la tensione stessa. La soluzione della tensione quando questa è a-specifica o sintomo-specifica è proprio un sintomo. Il sintomo è un'azione spontanea dell'organismo. Nella maggior parte delle persone tale sintomo è un sintomo a base ansiosa. Il sintomo rappresenta quindi la soluzione di tensioni dell'organismo.
L'organismo quindi genera un gruppo sintomatologico al fine di risolvere stati tensivi. Il sintomo però genera sofferenza. Il soggetto nel tentativo di risolvere la sofferenza associata alla sintomatologia tende a cercare di prevenire il sintomo agendo su variabili apparentemente gestibili. Nella maggior parte dei casi il soggetto tende ad evitare situazioni in cui pensa possa esserci un incremento del rischio che si presentino i sintomi.
Il soggetto si renderà presto conto che tale azione di evitamento, come anche le azioni di rassicurazione o i tentativi di rilassamento (compreso l'uso di farmaci) non funzionano ovvero non si produce effetto terapeutico. Al momento la percezione di riduzione dello stato ansioso può anche evidenziarsi ma, una lettura aerea o a lungo termine, ci fa notare come il soggetto non abbia risolto il disturbo ma soltanto tamponato momentaneamente, nella migliore delle ipotesi, la sintomatologia. Il disturbo d'ansia continua quindi a persistere nonostante i tentativi della persona di risolverlo.
A questo punto è molto probabile che si generi un'alterazione dell'umore in genere in senso depressivo che si evidenzia come sensazione di impotenza o incapacità a farcela.
La vita della persona viene compromessa notevolmente nel suo funzionamento sociale, lavorativo (o scolastico), relazionale, ecc.
Oggi però esistono nuove metodologie di terapia psicologica in tempi brevi e soprattutto senza uso di farmaci per la remissione di tutti i disturbi d'ansia psicogeni.
Le nuove tecniche terapeutiche sviluppate grazie alle innovazioni prodotte dal modello teorico della psicologia emotocognitiva mirano a scardinare i processi ridondanti, il loop disfunzionale, che stanno alla base del mantenimento della sintomatologia.
Lo psicologo ad orientamento di psicologia emotocognitiva agisce sul qui-e-ora valutando i processi di mantenimento del disturbo.
Rispetto ai classici modelli psicologici l'azione terapeutica dei nuovi approcci clinici agisce valutando ciò che sta mantenendo il sintomo anziché cercare cosa l'abbia generato la prima volta. Questo perché l'azione terapeutica si ha quando si agisce sui processi e non sui contenuti simbolici. La psicologia emotocognitiva interviene infatti non più sul passato della persona ma sull'aspettativa del futuro, ovvero su tutti quei pensieri, comportamenti e azioni proprie e degli altri che potrebbero mantenere e aggravare il disturbo. [ARTICOLO FULL TEXT IN ARCHIVIO]


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