La diagnosi di disturbo borderline di personalità nel DSM-5-TR


Il disturbo borderline di personalità è incluso nella sezione II disturbi di personalità del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbo Mentali quinta edizione text revision (DSM-5-TR, APA 2023). Dal DSM-IV (1994) all’attuale versione del manuale, gli elementi diagnostici del disturbo sono rimasti invariati. Nelle edizioni 5 (APA, 2013) e 5-TR (APA, 2023) è stata aggiunta una sezione III dedicata a nuove proposte per la diagnosi dimensionale dei disturbi di personalità, attualmente in fase di studio pertanto ancora non ufficialmente applicata in sede diagnostica.

La diagnosi di disturbo borderline prevede innanzitutto che il professionista della salute abbia valutato l’esistenza dei criteri (sia di inclusione che di esclusione) per un disturbo di personalità in genere. Una volta definita la presenza di un disturbo di personalità sarà necessario verificare che sia soddisfatto il criterio generale per il disturbo borderline e, quindi, che esso sia suffragato dalla presenza di almeno cinque (5) dei nove elementi diagnostici elencati dal DSM-5-TR (APA, 2023)

Il disturbo borderline di personalità si presenta come “Un pattern pervasivo di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore e una marcata impulsività, che inizia entro la prima età adulta ed è è presente in svariati contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:

  1. Sforzi disperati per evitare un reale o immaginario abbandono. Nota: non includere i comportamenti indicati nel criterio 5.
  2. Un pattern di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione.
  3. Alterazione dell’identità: immagine di sé o percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili.
  4. Impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto (es., spese sconsiderate, sesso promiscuo, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate,…). Nota: non includere i comportamenti indicati nel criterio 5
  5. Ricorrenti comportamenti, gesti o minacce suicidari, o comportamento automutilante.
  6. Instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell’umore (per es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni).
  7. Sentimenti cronici di vuoto.
  8. Rabbia inappropriata, intensa, o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici).
  9. Ideazione paranoide transitoria, associata allo stress,  o gravi sintomi dissociativi.

È di fondamentale importanza ricordare che, per una diagnosi positiva di disturbo borderline di personalità, è necessario rivolgersi a professionisti della salute realmente esperti nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi di personalità. In alcuni ambienti, ad esempio in certi Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC), sembrerebbe esserci una sorta di tendenza a preferire, di fronte alla presenza di alcune forme di alterazione dell’umore che potrebbero essere in realtà inserite all’interno della manifestazione di disturbo borderline, una diagnosi di “disturbo bipolare II” e, di conseguenza, applicare trattamenti psicofarmacologici protocollati per tale tipologia di disturbo.

Da evitare ogni forma di diagnosi “fai-da-te” basata sulla lettura e sull’interpretazione personale degli elementi diagnostici elencati. Ogni elemento descrittivo necessita di una conoscenza approfondita delle sue modalità di manifestazione. Come indicato in precedenza, il professionista della salute di riferimento, psicologo o medico (es. medico-psichiatra), dovrà operare un’attenta diagnosi differenziale, vale a dire valutare tanto i criteri di inclusione che quelli di esclusione. Per valutare la presenza di un disturbo come quello borderline è necessario che alcune manifestazioni non siano dovute a una qualche specifica condizione medica o agli effetti fisiologici di sostanze oppure che non siano meglio giustificabili dalla presenza di un altro disturbo mentale. Come si può intuire ogni valutazione diagnostica prevede una conoscenza approfondita dell’ampia gamma di disturbi e patologie codificate e, pertanto, non può essere improvvisata.

In aggiunta sottolineiamo l’importanza di non lasciarsi ingannare dalla sola presenza di manifestazioni eclatanti (Baranello, M. 2023) quali “i tentativi di suicidio” o i gesti di autolesionismo come i tagli su braccia o gambe, bruciature, ecc. oppure dall’uso di sostanze o dagli eccessi di rabbia. Ricordiamo che per la valutazione diagnostica di un disturbo borderline di personalità è necessaria la presenza di almeno cinque degli elementi indicati. Sotto tale soglia è probabile che la diagnosi possa essere di altro tipo o essere inclusa nei disturbi di personalità con altra specificazione (ibidem).

Le persone affette da un disturbo borderline hanno ognuna un diverso livello di compromissione quindi il problema potrebbe manifestarsi in modo diverso e con diversi livelli di gravità. Non è sufficiente quindi soltanto una valutazione diagnostica, è cruciale una chiara comprensione del funzionamento della persona, sia per quanto riguarda eventuali attività di prevenzione, soprattutto in adolescenza, sia per quanto riguarda le attività di cura in ambito psicologico.

Il disturbo borderline di personalità è un problema che investe non soltanto la persona che ne soffre ma l’intero ambiente relazionale e familiare. Il disturbo tende infatti a evidenziarsi già in adolescenza e nella prima età adulta. Si consiglia comunque di procedere con cautela nella diagnosi, soprattutto prima dei 18 anni di età, in quanto alcune manifestazioni potrebbero essere del tutto transitorie o legate a specifiche variabili psico-sociali o all’aderenza della persona ad alcune “mode”, “ideologie” o specifiche “sub-culture” (Baranello, M. 2023). Una diagnosi troppo precoce potrebbe in realtà portare a interventi sanitari non sempre adeguati e quindi compromettere la salute psicologica della persona. In adolescenza, ad esempio, è consigliabile un intervento educativo di tipo indiretto, vale a dire rivolto alla famiglia, senza la presenza e a insaputa della persona che manifesta tratti del disturbo borderline di personalità. Negli interventi indiretti il professionista, oltre a educare circa il funzionamento del problema, fornirà strumenti pratici di comunicazione e comportamento finalizzati a portare le manifestazioni impulsive verso una loro “naturale” remissione senza che l’adolescente sia così inserito in contesti sanitari di diagnosi e cura. Questa tipologia d’intervento, è quella più applicata anche in psicologia emotocognitiva e a permesso di ottenere sia un netto miglioramento delle condizioni di salute della persona, nella maggior parte dei casi una remissione delle manifestazioni più impulsive, sia un cambiamento di ottica e quindi un aumento delle capacità di gestione da parte dei familiari più vicini alla persona.

a cura di
Marco Baranello

Come citare questa fonte:

Baranello, M. (2023)
Criteri per la diagnosi di disturbo borderline di personalità nel DSM-5-TR.
www.psyreview.org/?p=525. Psyreview Edizioni, 2023.


Libri di Approfondimento sul Disturbo Borderline di Personalità

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Riferimenti Bibliografici

APA (1994) Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali quarta edizione (DSM-IV), Masson, Milano 1995.

APA (2013) Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali quinta edizione (DSM-5-TR), Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.

APA (2023) Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali quinta edizione text revision (DSM-5-TR), Raffaello Cortina Editore, Milano 2023.

Baranello, M. (2023) Diagnosi e comprensione delle personalità borderline. Psyreview Edizioni, 2023. ISBN: 979-8861155885.

Redazione Psyreview
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dal 1999 aperiodico online di psicologia scientifica a cura dell'associazione SRM Psicologia. Articoli di scienze psicologiche, psicologia clinica, psicologia di comunità, psicologia emotocognitiva, psicologia dell'età evolutiva, dello sviluppo, della famiglia e della salute, psicofisiologia, sessuologia clinica, educazione scientifica, disturbi mentali, psicopatologia generale e della personalità

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